In Press News, Primo Piano

La sera del 18 marzo dello scorso anno un corteo di camion dell’esercito portava fuori da Bergamo le bare delle tante, troppe, vittime del Covid. La città si trovava a fare i conti con la prima devastante ondata della pandemia ed era nell’impossibilità di procedere alla cremazione delle salme.

Per comprendere meglio la gravità del dramma vissuto dalla città lombarda basta dare uno sguardo ai numeri. Soltanto nel mese di marzo 2020, in provincia di Bergamo sono morte 5.180 persone in più rispetto alla media mensile dei cinque anni precedenti. Questi numeri drammatici fanno di Bergamo il terzo capoluogo di provincia della Lombardia per numero di morti tra gennaio e ottobre 2020. La provincia che ha registrato il maggior numero di vite umane è stata Cremona con 1114 morti (+60,75%), seguita da Lodi con 658 morti (+52,31%). Ad oggi sono oltre 100.000 le vittime del Covid in Italia con un drammatico bilancio che si aggrava di giorno in giorno.

IL PAESE PIANGE LE VITTIME DEL COVID

Quello delle morti, causate o legate, al Covid è un dramma che il nostro Paese continua a vivere ogni giorno. Per questo motivo il Senato ha approvato all’unanimità un disegno di legge volto ad istituire, il 18 marzo di ogni anno, una giornata nazionale della memoria. Il testo è frutto di una proposta trasversale alle forze politiche che siedono in Parlamento.

Oggi il Presidente del Consiglio Mario Draghi è a Bergamo per celebrare la prima giornata dedicata alle vittime del Covid e spronare tutti noi a non abbassare la guardia contro un nemico tanto invisibile quanto letale. Sui municipi di tutta Italia il Tricolore e la bandiera dell’Unione europea saranno a mezz’asta. Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha, infatti, inviato una lettera a tutti i sindaci perché partecipino alla ricorrenza con un minuto di silenzio alle 11, in concomitanza con l’arrivo a Bergamo del Presidente del Consiglio dei Ministri.

 

 

Recent Posts

Start typing and press Enter to search