In MYICC Italia

ICC Italia dedica uno spazio agli Associati con un ciclo di interviste volto a condividere esperienze e competenze. Ospite di questo nuovo appuntamento la Dott.ssa Silvia Moretto – Presidente di Fedespedi.

L’11 giugno scorso Fedespedi ha spento 75 candeline. Che bilancio traccia la sua Presidenza circa obiettivi raggiunti e quali sono le principali sfide per il futuro?

Credo che l’azione di Fedespedi negli ultimi tre anni, ancora di più durante e dopo la pandemia, sia riassumibile in due parole: identità e formazione. Da una parte, abbiamo lavorato per promuovere l’identità specifica delle imprese di spedizioni internazionali, all’interno e all’esterno della categoria, per riaffermare il ruolo centrale delle imprese di spedizioni internazionali nel settore della logistica al servizio del Made in Italy. A questo abbiamo affiancato un grande lavoro di networking e di comunicazione, al fianco di Confetra, per affermare il valore e la forza di un sistema associativo confederale unito. L’obiettivo è quello di rappresentare una sola voce presso opinione pubblica e istituzioni e impegnarci perché la logistica – tradizionalmente considerato settore per addetti ai lavori, o associato solo all’attività di consegna ultimo miglio o dell’autotrasporto – possa essere conosciuto e apprezzato per quello che si è rivelato essere durante l’ultimo, difficile anno e mezzo: un servizio essenziale per le nostre comunità. Tutti dovrebbero chiedersi: che mondo sarebbe senza logistica? Sicuramente un mondo dove non avremmo tutto a portata di mano o di click.

La seconda azione, verso le nostre imprese, è stata quella di rafforzare le attività di formazione professionale e specialistica offerta agli associati. Crediamo infatti che nuovi talenti, nuove competenze, nuove tecnologie, insieme all’innovazione organizzativa, siano strumenti e risorse fondamentali che le imprese dovranno avere per affrontare le sfide future.

Nei prossimi mesi, Fedespedi sarà impegnata insieme a Confetra sulla partita del PNRR. La Federazione, nello specifico seguirà il Tavolo su semplificazione e digitalizzazione: due aspetti fondamentali – insieme alla sostenibilità – per le imprese di spedizioni internazionali, perché rimangano competitive su un mercato sempre più interconnesso e difficile da prevedere e interpretare.

Le spedizioni internazionali danno vita in Italia ad un giro d’affari da 15 miliardi di euro l’anno – circa il 20% del fatturato italiano dell’intero settore dei trasporti e della logistica. Quanto è importante puntare su questo settore per la ripresa economica del paese dopo la pandemia?

La risposta a questa domanda è ormai sotto gli occhi di tutti. Ogni giorno i quotidiani nazionali raccontano di intere filiere messe in ginocchio o rallentate nella loro ripresa dall’aumento delle materie prime o dall’impossibilità di sapere se e quando arriverà la merce, principalmente dall’Asia.

Sulla carta, le previsioni sono ottime: secondo la WTO il commercio internazionale è destinato a salire dell’8% nel 2021 e del 4% nel 2022, il PIL mondiale è previsto in crescita del 5,1% nel 2021 e del 3,8% nel 2022. Tuttavia, le numerose disruption subite dalla supply chain mondiale (lockdown, boom dell’e-commerce e dell’economia cinese, blocco di Suez, focolai Covid nei porti del Sud della Cina, etc.) stanno mettendo a dura prova la resilienza dell’intero settore logistico mondiale con gravi ripercussioni sulle prospettive di ripresa economica di numerosi e strategici settori produttivi. Per l’Italia, poi, il problema è doppio e, se vogliamo, più strutturale. La logistica mondiale è dominata da pochi grandi attori globali, per lo più carrier marittimi, che muovono i traffici container (circa l’80% a livello mondiale) secondo le proprie specifiche strategie commerciali. Il rischio per l’Italia è che, finito l’interesse dei carrier marittimi in un porto o mutate le loro strategie commerciali, queste l’abbandonino trasformando scalo e infrastrutture in cattedrali nel deserto. Queste logiche ovviamente non sono certo funzionali alla crescita dell’economia italiana e, anzi, potrebbero portare ad una sua progressiva marginalizzazione nel contesto dell’economia globale. Per questo come rappresentanti del settore riteniamo che l’Italia, come Paese, debba avere una strategia e una visione sulla logistica se vuole rimanere centrale nel panorama internazionale.

Come valuta Fedespedi le misure e gli stanziamenti relativi all’intermodalità e alla logistica integrata inclusi nel PNRR? Ritenete siano sufficienti per rendere il sistema infrastrutturale italiano più moderno, digitale e sostenibile? In particolare, in quale misura può incidere la digitalizzazione del sistema della logistica sulla competitività del Sistema Paese?

Il PNRR è un’occasione storica per cambiare volto alla logistica italiana: le risorse stanziate sono ingenti, gli obiettivi individuati – infrastrutture, misure per le imprese e semplificazioni – sono frutto di un dialogo costruttivo con operatori economici e corpi intermedi. Ma l’aspetto più importante, se vogliamo, è il fatto che riconosce la nostra funzione strategica e contiene un progetto organico di sviluppo del settore. Un’occasione unica per valorizzare le progettualità, le infrastrutture digitali e le proposte di riforma della normativa di settore (tra cui il Codice civile in materia di spedizioni internazionali) elaborate e avanzate in questi anni dal sistema confederale, per non vanificare tutto il lavoro di ricerca e innovazione fin qui svolto dalle nostre imprese al servizio dell’import e dell’export italiani.

Sicuramente la digitalizzazione – lato pubblico e lato privato- sarà un passaggio fondamentale per la competitività del nostro sistema Paese. Per quanto ci riguarda, l’attuale complessità del contesto economico e logistico mondiale ci chiama a sviluppare modelli innovativi di supply chaingreen, efficienti e resilienti – con il supporto delle tecnologie più evolute (come data mining e predictive analytics).

Come ricordato dal Viceministro Bellanova durante l’Assemblea per i 75 anni di Fedespedi, nel PNRR 190 milioni sono destinati direttamente alle imprese logistiche, per sostenerne gli investimenti in blockchain, IoT, intelligenza artificiale, stampa 3d, reti 5G, nuovi software gestionali: queste risorse, se messe a terra in tempi brevi, permetteranno alle imprese di spedizioni di tutte le dimensioni di attuare quell’upgrade tecnologico necessario per essere competitive sui mercati globali.

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