In Banking, Primo Piano

È stato raggiunto il 27 giugno 2023 l’accordo politico tra il Parlamento e il Consiglio sulla proposta della Commissione Europea del 2021 per una revisione delle norme bancarie dell’UE, il c.d. “pacchetto bancario” (il Regolamento sui requisiti patrimoniali – CRR e la Direttiva sui requisiti patrimoniali – CRD), che implementa gli standard di Basilea III, concordati dall’UE e dai suoi partner del G20, per la vigilanza bancaria. Il testo del Regolamento ora passa ai giuristi linguisti prima di essere formalmente approvato dal Parlamento UE. Con tale accordo sono state approvate, con riguardo al trattamento delle attività di Trade Finance, le modifiche richieste dall’industria sul trade finance, tra cui la Banking Commission di ICC, ossia (i) il riconoscimento del Fattore di Conversione Creditizia (CCF, necessario per la ponderazione del rischio di credito) al 20% per le esposizioni di Trade Finance a supporto di export (come le Garanzie internazionali) e (ii) l’applicazione della Maturity effettiva, al posto del floor di 2,5 anni, per il calcolo del rischio di credito per le stesse esposizioni.

La Commissione Bancaria ICC aveva infatti espresso la preoccupazione del settore bancario, ma anche del mondo imprenditoriale in generale, in merito ad alcuni effetti avversi che la proposta iniziale – che colpiva il settore del Trade Finance – poteva avere soprattutto sulle Piccole e Medie Imprese (PMI), che dipendono fortemente dall’accesso a tali strumenti per operazioni con l’estero. Sebbene il Trade Finance rappresenti solo una piccola parte delle attività regolamentate dal CRR, l’impatto sulla competitività delle imprese con sede
nell’Unione Europea che operano (o che intendono operare) a livello internazionale era consistente.

Le nuove regole che modificano il regolamento sui requisiti patrimoniali dovrebbero essere applicate dal 1° gennaio 2025, con alcuni elementi del regolamento che entreranno gradualmente nei prossimi anni. Le modifiche relative alla vigilanza sugli enti creditizi sono attuate tramite un emendamento della Direttiva sui requisiti patrimoniali (CRD) e dovranno essere recepite dagli Stati membri entro il 30 giugno 2026.

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