In Intellectual Property

di Michele Elio De Tullio (De Tullio & Partners Studio Legale – Presidente Commissione IP ICC Italia)

 

Lo scorso 14 dicembre 2017 l’Osservatorio Europeo sulle Violazioni dei Diritti di Proprietà Intellettuale di EUIPO (EU Intellectual Property Office) ha pubblicato un importante Studio sulla protezione e il controllo delle indicazioni geografiche negli Stati membri dell’UE.

Lo Studio – realizzato con il supporto di KPMG Italia – è disponibile al seguente link dell’Osservatorio Studio Indicazioni Geografiche, dove è possibile scaricarlo nelle diverse lingue della UE. Insieme con lo Studio è stata pubblicata l’Appendice sulle “Good Practices”, che presenta le migliori pratiche di controllo dei prodotti e delle denominazioni, e di tutela delle Indicazioni Geografiche sul mercato.

L’obiettivo principale di tale Studio – presentato durante il workshop “MIGLIOR CONTROLLO ED ENFORCEMENT DELLE INDICAZIONI GEOGRAFICHE” tenutosi presso la Commissione Europea – Direzione generale dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale (DG AGRI) il 27 ottobre 2017, è stato presentato lo “Studio EUIPO sulla protezione e il controllo delle indicazioni geografiche negli Stati membri dell’UE” – è quello di fornire una migliore conoscenza del panorama dei sistemi di controllo e protezione per le Indicazioni Geografiche (IG) nei 28 Stati membri dell’UE, attraverso la mappatura di tutte le autorità competenti e le procedure di controllo vigenti, comprese le misure applicabili contro le violazioni.

In particolare, lo Studio fornisce una panoramica generale nonché una descrizione di ciascun sistema di controllo nazionale con riferimento ai prodotti agro-alimentari, vini, bevande spiritose e prodotti vitivinicoli aromatizzati. Inoltre, comprende una guida con un inventario completo di tutte le autorità nazionali competenti e degli organismi di controllo nazionali con i relativi dati di contatto. È stato sottolineato dalla Commissione Europea – DG AGRI come tale Studio contenga un’enorme quantità di informazioni e costituisca un prodotto di alto valore per la UE.

Le informazioni raccolte nell’ambito dello Studio hanno evidenziato come gli Stati Membri, pur rispettando gli obblighi generali previsti dai regolamenti UE, e quindi pur avendo posto in essere un sistema di controlli delle IG, l’efficacia di tali modalità di controllo varia tra gli Stati membri in base alla struttura organizzativa e alle misure procedurali previste. Ciò è dovuto tradizionalmente al diverso peso delle IG nelle economie nazionali (sia in termini di produzione che di consumo generale di prodotti di alta qualità), influenzando l’approccio dei singoli gli Stati membri nell’attuazione dei controlli ufficiali.

Per quanto riguarda l’organizzazione generale, è stato possibile identificare in ogni Stato Membro un’amministrazione centrale, generalmente a livello ministeriale, incaricata del coordinamento e della supervisione generale del sistema di controllo. I controlli ufficiali effettuati nella fase di produzione (i.e. prima che i prodotti DOP o IGP siano immessi sul mercato) sono spesso delegati ad organismi di certificazione privati o pubblici. A tale proposito, gli organismi nazionali di accreditamento degli Stati membri che delegano determinati compiti di controllo, prevedono l’accreditamento degli organismi di certificazione conformemente alla norma ISO / IEC 17065: 2012 (“Valutazione della conformità – Requisiti per organismi che certificano prodotti, processi e servizi“). Va sottolineato che questa norma ha sostituito la norma EN 45011, inizialmente richiesta dal Regolamento (UE) n. 1151/2012 per i prodotti agro-alimentari, e dal Regolamento (UE) n. 110/2008 sulle bevande spiritose, a partire dal 2012. Il nuovo standard ISO / IEC 17065: 2012 è altresì richiesto dal Regolamento (UE) n. 251/2014 per l’accreditamento di organismi di certificazione per i prodotti vitivinicoli aromatizzati. Salvo poche eccezioni, lo studio ha rilevato che le regole di accreditamento degli organismi di certificazione delegati stabilite a livello Europeo sono generalmente rispettate.

Con riferimento alle enforcement measures, è degno di nota il fatto che gli Stati membri abbiano adempiuto all’obbligo generale di prevedere un sistema di sanzioni amministrative (comprese misure cautelari) per i soggetti della filiera produttiva che non rispettino il disciplinare di produzione delle singole IG. La categorizzazione e la classificazione delle sanzioni amministrative risultano molto dettagliate in taluni paesi (come in Italia, Polonia e nella legislazione locale Spagnola) e più generiche in altri. Per quanto riguarda i dati sulla legislazione nazionale e le misure relative alla cosiddetta protezione ex-officio delle indicazioni geografiche, solo in alcune giurisdizioni erano disponibili dati significativi (Italia, Francia, Germania, Spagna, Lettonia, Croazia, Polonia, Romania e Ungheria).

Durante il workshop di Bruxelles, Massimo Antonelli, esperto nazionale distaccato presso l’Osservatorio e Project Manager dello studio, ha presentato una panoramica delle tendenze riscontrate dai risultati dello studio, condividendo le esperienze nazionali nell’ambito dei controlli sulle IG attraverso la presentazione di “best practices” da parte di esperti del settore sia privato che pubblico.

Le informazioni relative alle best practices nazionali esposte nel corso del workshop, sono state raccolte e pubblicate nell’Appendice dello Studio, che ha evidenziato le esperienze virtuose italiane del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena e del Consorzio Tutela Prosecco.

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